Consiglio Nazionale Forense

INCONTRO PRATOLA PELIGNA
20 dicembre 2012
* * * *

1. L’Avvocatura è appena uscita dal XXXI Congresso Forense di Bari, nel cui ambito ha riaffermato, con forza, di essere pronta a fare la sua parte per sostenere la democrazia solidale, per assicurare ai cittadini l’accesso ad una giustizia qualificata e celere a costi ragionevoli, evitando vessazioni alle categorie disagiate.
2. In una situazione di estrema gravità, rispetto alla quale gli interventi finora messi in campo dal Governo hanno avuto l’effetto esclusivo di limitare sempre più il diritto di difesa dei cittadini e di marginalizzare la professione forense, è stato ribadito che l’Avvocatura può giocare un ruolo trainante nella nostra società, promuovendo il processo telematico, allestendo camere arbitrali, promuovendo ancor di più la consulenza sistematica e la negoziazione assistita.

3. Se lo faremo con serietà, competenza e correttezza assumendoci le nostre responsabilità e pretendendo il rispetto delle nostre funzioni potremo dire di aver salvato la democrazia nel nostro Paese.

4. Un impegno nei confronti del Paese, dunque, che mette a fuoco obiettivi ineludibili, primo tra i quali la riforma forense.

5. Abbiamo chiesto con forza l’approvazione da parte del Parlamento della riforma forense senza modifiche: non c’è più tempo per navette parlamentari, vista la imminente fine della legislatura; qualsiasi modifica proposta al Senato destinerebbe la riforma all’oblio.

6. Il testo licenziato dalla Camera riconosce la rilevanza giuridica e sociale della funzione difensiva cui è collegato l’ordinamento forense ed enuncia le garanzie di indipendenza e autonomia degli avvocati: premesse fondate su valori indefettibili che danno la cifra del testo, rivolto innanzitutto alla tutela dei cittadini.

7. Esso prevede le associazioni multidisciplinari e le società senza soci di capitale; il rafforzamento del segreto professionale; le specializzazioni e l’affermazione del ruolo delle associazioni forensi specialistiche; l’aggiornamento continuo; l’assicurazione obbligatoria; la libera determinazione dei compensi, la trasparenza sulla complessità dell’incarico, le informazioni ai clienti; la rappresentanza di genere; i consigli distrettuali di disciplina forense formati da avvocati ma terzi rispetto all’incolpato; la corresponsione di un compenso ai praticanti.

8. La riforma restituisce dignità alla professione forense, tra la professioni forse quella più colpita nella dignità, valore scolpito nella Costituzione e nella Carta dei diritti fondamentali, e nella remunerazione, con l’adozione di parametri punitivi oltre che irrazionali.
10. Occorre, dunque, recuperare la dignità: non possono più tollerarsi le previsioni legislative o regolamentari che presuppongono la mala fede degli avvocati, non possono tollerarsi le regole processuali che hanno un chiaro intento punitivo del difensore o del cliente, non possono tollerarsi le riforme processuali che pongono nell’incertezza l’applicazione di norme volte a difendere i diritti dei cittadini e a garantirne l’accesso alla giustizia.

11. Il sospetto che l’avvocato alimenti la conflittualità e scoraggi la risoluzione amichevole e rapida dei conflitti ha viziato tutto l’impianto della mediazione obbligatoria che giustamente la Corte Costituzionale ha bocciato come lesiva dei principi costituzionali, come da sempre evidenziato dal CNF.
12. Rafforzamento, quindi, della professione per un migliore servizio giustizia.

13. Occorre estendere la consulenza preventiva, che serve a imprese e privati per compiere atti legittimi ed efficaci, dobbiamo insistere per la negoziazione assistita, dobbiamo intervenire sistematicamente nella risoluzione arbitrale delle controversie: se la giustizia togata non è in grado di assicurare un efficiente servizio, possiamo recuperare noi avvocati – attraverso le camere arbitrali istituite presso gli Ordini forensi – la giurisdizione in materia civile, con avvocati qualificati , strutture efficienti, costi contenuti.

14. E’ questa la nostra risposta alle richieste di cooperazione con gli organi giudiziari per ridurre l’arretrato; le altre ricette – sezioni stralcio, reclutamento di magistrati in pensione – hanno dimostrato e conclamano la loro inefficacia.

15. La giustizia è una funzione troppo importante perché sia affidata ai “rottamatori”.

16. Noi Avvocati siamo pronti a rimboccarci le maniche e a dimostrare che l’ avvocatura sostiene davvero la democrazia solidale; noi chiediamo di invertire la rotta della riforme della giustizia, finora condotte lasciando i cittadini in balia dell’incertezza e della precarietà.

18. E’, dunque, il momento di dire basta a tutte le speculazioni che vorrebbero additare nell’Avvocatura il capro espiatorio dei mali della giustizia, mancano i finanziamenti per il processo telematico, per completare la pianta organica, per sistemare i giudici onorari, per rafforzare gli uffici carenti di personale.
19. Non crediamo che la introduzione di “filtri” possa risolvere una situazione incancrenita da decenni, e neppure la soppressione di un grado di giudizio – quale è nei fatti, nella realtà concreta, la riforma del giudizio di appello – e neppure la motivazione sintetica delle sentenze o l’ingresso di tirocinanti stagisti negli uffici dove si preparano e si decidono i processi.

20. Non crediamo neppure che i progetti di riordino della geografia giudiziaria, così come sono stati formulati e applicati, possano produrre effetti positivi: soppressi i presidi giudiziari, eliminata la giustizia di prossimità, con la concentrazione degli uffici si concentrano i procedimenti arretrati, si ampliano i costi per le nuove sedi, si scardinano le strutture funzionanti

21. Siamo oggi tutti in trincea a difendere il nostro ruolo, i valori della nostra professione, il compito che ci è stato affidato dalla Carta Costituzionale, a ribadire con forza la funzione primaria ed insostituibile dell’Avvocato nella attuazione dell’ordinamento, ormai indiscutibilmente riconosciuto non soltanto nella nostra tradizione storico-culturale, ma anche nei più moderni ed attuali dettati normativi, anche a livello internazionale.
22. Il gravoso compito che ci attende deve trovarci, dunque, pronti ad interpretare le esigenze del momento storico in cui viviamo e ad esse adeguare la missione e la vita; attenti ai problemi della giustizia ed a quelli generali della Società civile; gelosi soltanto dell’autonomia del nostro ordine Ordine e della nostra8
libertà, garanzie insostituibili della libertà del cittadino.

Il Consigliere Tesoriere
Avv. Lucio Del Paggio